Una storia, quella di Gerda Taro, che si muove tra Parigi e la Spagna. Il suo amore per Robert Capa. Questo Venerdì d’Autore dedicato alla scoperta del ritratto di una donna indipendente e ribelle e forte che ha vissuto con e per il suo lavoro.
Venerdì 1 marzo, in Villa Bassani a Sant’Ambrogio di Valpolicella, abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere come ospite per il Venerdì d’Autore Helena Janeczek, vincitrice del Premio Strega 2018 con il romanzo La ragazza con la Leica, edito da Guanda.
Ha dialogato con l’autrice Roberta Cattano, Presidente del Club delle Accanite Lettrici e Accaniti Lettori e dell’Associazione Botta&Risposta. L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Verona e del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolciella, con il sostegno di Valpolicella Benaco Banca.
La serata è iniziata a luci spente. Perchè? Il Club ha aderito a Mi illumino di meno, la campagna di sensibilizzazione al risparmio energetico. Le luci spente e l’atmosfera creata solamente da qualche lucina tenue ha contribuito a creare anche l’atmosfera giusta per iniziare.
Una penombra che ci ha introdotti alla scoperta di Gerda Taro, rappresentata nel libro come una ragazza ribelle, fuori dagli schemi. L’immagine descritta dall’autrice ha in qualche modo contribuito a ridarle un volto, il suo riscatto dall’oblio.
La scoperta di Gerda, per l’autrice, è stata quasi casuale: «Incuriosendomi di lei sono riuscita a recuperare la traduzione italiana della biografia di Gerda, che mi ha accompagnato nel grande lavoro di ricostruzione della sua storia. In quel periodo stavo scrivendo un’altra storia. Quando ho scoperto Gerda, l’ho lasciato lì e ho iniziato a scrivere questo. Una cosa che mi dicono spesso è: ma tu che sei una donna scrivi di un libro dove tutto è così maschile? In realtà di scene di guerra non ce ne sono molte. Mi è semplicemente venuta la grandissima curiosità di approfondire le storie di donne che questo l’hanno fatto».
Si dice spesso che i personaggi descritti dallo scrittori rispecchino in qualche modo se stessi. Non è stato esattamente così per Helena: «È una donna che a me non somiglia molto, è stato come una sfida. Per me era importante confrontarmi con figure di donne come Gerda. Mi piaceva che lei fosse così contraddittoria, anche il suo essere fuori da quella che sta fuori dagli schemi».
Il romanzo nasce, quando ancora era semplicmente un’idea, come un racconto lungo, utilizzando però non il punto di vista di Gerda ma quello dei suoi fidanzati, quindi il racconto della sua vita prima del trasferimento a Parigi e poi in Spagna. L’intento era quello di sviscerare i momenti, le connessioni, i particolari che hanno portato alla nscita della Gerda descritta, ovvero la Gerda coraggiosa e con forti ideali diventata poi l’emblema delle tante cose che facevano la giovinezza del gruppo di personaggi descritti nel libro.
Helena, infatti, chiarisce: «Ho sempre usato una prospettiva non realistica. Cosa significa amare qualcuno che ti rimane dentro anche quando non c’è più?».
Nel romanzo ritroviamo anche Ruth, l’amica che Gerda incontra a Lipsia. Ruth cerca di ricostruire la sua figura sentendosi però tradita in qualche modo da lei quando la abbandona per andare a vivere con Willy: «È un tipo di donna diverso da Gerda. Gerda era avventuriera, lei no. Anche nelle relazione Ruth era diversa».
La scrittura di Helena è forte, salda, tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina. Anche le sue parole, che hanno incuriosito il pubblico, anche quella parola un po’ “restia” all’inizio è poi tornata a casa con la voglia di rileggere il libro.
Nonostante il tempo scorresse troppo velocemente per poterci permttere di esaudire tutte le domande, non rimaneva che chiederle della copertina. Come è possibile notare, ritrae la figura di Gerda. Abbiamo quindi chiesto all’autrice – una domanda di rito, ormai – la storia che si nascondeva dietro alla sua scelta: «Non è stato facilissimo sceglierla. Io volevo lì per lì una fotografia fata da lei. Però poi alla fine si è optato per una foto che semplicemente la ritraesse».
La serata, però, non si è conclusa così. Dopo il firmacopie, l’Azienda Agricola Paolo Cottini ha presentato i vini che hanno accompagnato poi la degustazione. La Biscotteria Gourmet Le Furezze e la Pasticceria La Dolce Linea hanno infine deliziato gli ospiti con un piccolo buffet dolce e salato.
Un grazie ad Helena Janeczek per essere stata con noi! Ma anche a tutti coloro che hanno partecipato e, naturalmente, a Gerda Taro! Un cin cin lo abbiamo poi dedicato anche a lei, ovviamente!
Un Rilassati e Leggi! e… stay tuned!
Serena Mazzurana